Intervista RSI Svizzera del 5 Agosto 2015



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ESTRATTO INTERVISTA

Come è nata la mostra e la scelta del titolo Afrodite Ho visitato per la prima volta Villa Carlotta l’anno scorso nel mese di giugno, è stato amore a prima vista. ricordo di esserci stato dentro almeno un paio d’ore. E’ davvero il simbolo dell’amore e della bellezza quella dimora. Poi l’incontro con Canova, amore e psiche, che già avevo visto a Parigi ma qui a Carlotta mi fece tutto un altro effetto, benchè si tratti di una copia. In quel preciso istante mi venne l’idea, un quadro dedicato alla storia di Apuleio ambientata in villa Carlotta. Non potevo che esporlo qui, e mi feci avanti. Ed eccomi qui

Fra i suoi dipinti ce n’è uno nel quale è raffigurata una bambina che guarda pensosa un Cristo crocifisso dove, la croce, è formata da due matite. Com’è nato questo dipinto e come procede nella composizione delle immagini e nella scelta dei soggetti che crea? Il cristo sulle matite? può sembrare un opera ironica e in parte lo è ma, a differenza dell'ironia sulla religione (vedi vignette e commenti vari.. come Hebdo per esempio) che pare ormai avere conquistato in questo secolo una grossa fetta di occidentali, questa è forse più un ironia sull'ironia.. e un avvertimento. Giocare con la nostra fede e con quella degli altri non giova a nessuno, è un tema delicato e con garbo andrebbe trattato. Pare una seconda crocifissione quella cui stiamo assistendo. Non più una croce di legno ma bensì qualcosa di molto peggio, una croce di scherno e presunzione che ho raffigurato con due matite che in se rappresentano il segno della sua nuova crocifissione, e il gioco con cui l’infante uomo trastulla la propria anima. Le opere non nascono mai allo stesso modo, a volte è un oggetto o un ambiente che si fissa nella mente formando immagini, altre volte è un pensiero, un ragionamento.. ecco.. quando tutte queste cose si fondono in un solo tema, in una sola opera, il risultato non può essere che un buon lavoro. E’ il caso di Afrodite.

Il suo percorso artistico inizia nel 1994 con un viaggio in Messico. Che cosa le ha dato quell’esperienza di viaggio? Già.. Messico, e prima San diego, molti anni fa, cosa mi hanno dato? L’arte. Ero alla ricerca dell’oro, e l’ho trovato. Fu un anno fantastico, quel viaggio mi aprì uno spiraglio sull’arte, mi ci infilai e.. un vortice tutt’ora mi scuote da più di vent’anni.

Fra le tante e diverse esperienze che l’hanno vista protagonista, c’è anche la creazione, del 2009, dell’Associazione Punto al Centro. Qual è stato il suo apporto in questo progetto? Punto al centro è una associazione che si occupa dello sviluppo delle dinamiche individuali e di gruppo. L’amica e collaboratrice dottoressa Caterina Balpasso è la presidente, il mio è un supporto più artistico che pedagogico, gli interventi ideati dalla dottoressa hanno l’obbiettivo di Facilitare attraverso l'Arte lo sviluppo relazionale e interpersonale. Progetti rivolti per lo più ai giovani, l’arte come cura, utilizzare “l’arte responsabile” come strumento “terapeutico-espressivo”, come momento di evasione, di scoperta, di incontro e di scambio. E di scambio si è trattato, e posso affermare che ciò che ottengo in regalo da giovani e bambini durante questo genere di interventi, supera sempre quello che offro. Insomma, in arte ho ricevuto più di quello che ho dato. Egoisticamente parlando..sono io che ho bisogno di loro.