Rassegna Stampa

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QN - Il Giorno 06/08/2015 pg. 7 ed. Como Lecco

Il mondo onirico di Belvedere a Villa Carlotta TREMEZZO IL MODO onirico e surreale di Ciro Paolo Belvedere, è in mostra fino al 12 agosto a Villa Carlotta.

Tele che evocano mondi magici e visionari in un'atmosfera senza tempo, dipinti che mescolano arte popolare, surrealismo e simbolismo dando vita a tele poetiche sospese tra il grottesco e la magia, tra il diabolico e l'infantile. Passato attraverso America, Messico e Francia, Belvedere esprime una sintesi di tante influenze: dal graffitismo all'arte di strada fino alla pittura en plein air, chiave di volta nella sua crescita artistica. In mostra si trovano quindi smalti, pittura spray, pastelli ad olio, collage e juta , ma lo stretto rapporto con la natura gli ha permesso di perfezionarsi nella tecnica e nella ricerca cromatica.

La Provincia di Como 07/08/2015

Le suggestioni di Belvedere e il suo Pop-surrealismo

La pittura di Ciro Paolo Belvedere ci trasporta in un colorato universo fiabesco in bilico tra la multiforme quotidianità e fantasmagorici mondi paralleli. I dipinti, realizzati negli ultimi due anni, in mostra nella personale a villa Carlotta sul lago di Como, declinano la cifra espressiva del Pop-surrealismo che mescola diverse suggestioni. Grazia e sottile inquietudine abitano queste visioni in cui si rintracciano influenze del graffitismo, della Street art, del fumetto e della pittura en plein air. I colori di una tavolozza accesa e vibrante raccontano emozioni, rielaborano echi lontani, intercettano storie e ricordi da trasfigurare sulla tela. Le varie opere, realizzate con tecnica mista e ad acrilico, riportano a una dimensione ludica e talora grottesca, ma invitano con leggera ironia a riflettere su temi densi di significato e luoghi carichi di simboli. "Semiotica della religione" rievoca un paesaggio lunare dove Cristo appare crocefisso su due matite piuttosto che su una croce e suona come un monito al gioco superfluo di trastullare l'anima e di fare dell'ironia sulla fede. Suscita interrogativi anche "Santa chianina" che nello scenario di un deserto mette in primo piano una donna in adorazione di una gigantesca bistecca affiancata da un cane.

"Afrodite" è l'opera, ideata per Villa Carlotta, che intitola la mostra di Ciro Paolo Belvedere. Questa sontuosa dimora nobiliare con il suo museo ospita tra i capolavori Amore e Psiche, replica del capolavoro del Canova realizzato dall'allievo prediletto Adamo Tadolini, che domina la scena del quadro dall'alto di una nuvola che si staglia nel cielo terso. Afrodite, dea dell'amore e della bellezza, ci appare con le sembianze di una moderna fanciulla che fissa lo spettatore con sguardo indagatore e forse sussurra "Amor ch'a nullo amato amar perdona".

A fare da set c'è la dimora principesca con la scenografica fontana e la scala immersa nel verde del parco. L'atmosfera onirica è arricchita da citazioni mitologiche e pittoriche. "La dea dell'amore e della bellezza- ha detto Ciro Paolo Belvedere- pare occupi da sempre questo angolo di lago". L'artista autodidatta, che vive a Menaggio, è nato a Saronno nel 1970 e ha svolto un interessante percorso di ricerca a partire da un soggiorno in Messico nel 1994 con successive tappe in Francia prima di rientrare in Italia.

Breva News 03 agosto 2015

A Villa Carlotta le tele visionarie di Ciro Belvedere

Dal 4 al 12 agosto Villa Carlotta ospita le opere di Ciro Paolo Belvedere, dipinti che mescolano arte popolare, surrealismo e simbolismo dando vita a tele poetiche sospese tra il grottesco e la magia, tra il diabolico e l’infantile. Classe ‘70, esperienze internazionali alle spalle, Ciro Paolo Belvedere porta nella dimora tremezzina tutta la propria expertise artistica. Un percorso iniziato in America, maturato in Messico e consolidatosi in Francia. Molte ed eterogenee le influenze che hanno determinato i suoi lavori: dal graffitismo all’arte di strada fino alla pittura en plein air, chiave di volta nella sua crescita artistica. E se smalti, pittura spray, pastelli ad olio, collage e juta sono gli eterogenei mezzi artistici utilizzati nel corso degli anni, è lo stretto rapporto con la natura che gli ha permesso di perfezionarsi nella tecnica e nella ricerca cromatica, facendo raggiungere alla sua pittura la piena maturità.

Belvedere porta nelle sale di Villa Carlotta tele poetiche che raccontano visioni surreali. Come “Afrodite”, l’opera che dà il titolo alla mostra, omaggio all’antica dimora rappresentata in un’atmosfera rarefatta, quasi magica in cui la dea dipinta in versione contemporanea guarda lo spettatore con sguardo indagatore che disorienta, mentre Amore e Psiche dominano la scena dall’alto. Un affascinante racconto visivo, onirico e visionario, che dà il via all’esposizione. «Siamo lieti dell’omaggio che Ciro Paolo Belvedere ha voluto fare alla nostra dimora – afferma Serena Bertolucci, direttrice della Villa tremezzina – La scelta di ospitare il suo lavoro è dettata dal comune rispetto della natura e dell’ambiente, linfa creativa per l’artista, obbligo di salvaguardia per noi».

Lobotilattice

Afrodite

Afrodite, che da il titolo anche alla mostra, è l’ultima produzione dell’artista. Opera dedicata a questa stupenda Villa che ospita, tra le altre, la celebre scultura di Antonio Canova; Amore e Psiche. Afrodite, Amore e Psiche, i protagonisti della storia narrata da Apuleio, nella sua opera Le Metamorfosi, immortalati sulla tela in una sua magica visione tra i giardini di Villa Carlotta. L’artista ne è stregato. La Dea dell’Amore e della Bellezza da sempre occupa questo angolo di lago, Carlotta la sua dimora e Psiche l’incanto che sfida Afrodite, che sfida se stessa alla luce del sole, nello sguardo di Amore, tra gli sguardi di tutti. Amare mai è peccato! E una condanna, se mai ve ne fosse, non avrebbe forza superiore. Una attuale fanciulla dalle antiche vesti di nome Psiche, vi guarderà dritto negli occhi un giorno e ve lo ricorderà.

Oltre i cancelli di Villa Carlotta, molto tempo fa, viveva una giovane ancella che, nel silenzio più assoluto, sfidò il mondo intero per Amore. Oltre quei cancelli, tra i suoi giardini, all’artista comparve questa magica visione e la dipinse. L’opera, accompagnata da una serie di dipinti realizzati negli ultimi due anni, verrà esposta a Villa Carlotta dal 4 al 12 agosto 2015.

Artevarese 

Curatore pe la mostra di Carlotta Castelnovi. Prime note
Galleria "La Bancarella"

29/02/2008
Carlotta Castelnovi, il fanciullino che è in noi
Quadri, quelli allestiti alla Galleria "La Bancarella" di Saronno, da ammirare con gli occhi e le emozioni di un bambino

Carlotta Castelnovi - Giovane genovese che vive e lavora tra Asti, Genova e Barcellona, spazia dalla pittura alla scultura dalla grafica all'illustrazione libraria per bambini. Tra i suoi lavori come illustratrice si ricordano il libro "Favostroccole" di Ester Merluzzi e collaborazioni con riviste, come "Caval Fort" di "Barcellona" e "Assaggiatore" di Asti.

Prime note - Alla Galleria "La Bancarella", di Ciro Paolo Belvedere e Roberta Maltagliati, la Castelnovi si presenta al pubblico varesino con "Prime note", una personale di tele realizzate con colori acrilici e pastelli ad olio che invitano l'osservatore ad abbandonare, almeno per l'intera durata della visita, la propria maturità di adulto, per ripescare quella fanciullezza che ognuno porta dentro di sé, nonostante spesso lo si nasconda a noi stessi. "Le prime note", dichiara Belvedere, "sono la voce di nostra madre che percepiamo in grembo prima di venire al mondo, sono il nostro primo gemito, ma sono anche quelle che udiamo ogni qualvolta si effonde, nell'animo e nel cuore, un'emozione adolescenziale".
Adolescenziale - Belvedere suggerisce che adolescenziale è l'aggettivo adatto a descrivere sia l'emozione che si prova nell'ammirare le opere di Carlotta sia il gesto che lei compie nei confronti del fruitore. La Castelnovi sembra regalarci una tenera carezza attraverso immagini e storie che ci riportano alla nostra purezza infantile, al mondo della fantasia, al gioco dell'amore in cui uomini cose e animali convivono pacificamente.
Fra pittura ed illustrazione - L'artista ripete continuamente che dentro di noi c'era un fanciullino che sapeva amare incondizionatamente, che era felice tra fiori e animali, un bambino che esiste ancora, benché non ne ascoltiamo la voce, ma che di tanto in tanto si rivela quando ci innamoriamo, quando guardiamo il mondo con lo sguardo di un infante, quando cioè ci sentiamo veramente vivi. Carlotta lancia il suo messaggio attraverso una figurazione che si pone a cavallo tra pittura e illustrazione libraria per bambini, un linguaggio che parla la stessa lingua dell'adulto, fatta di maturità, ma anche di stupore, di tenerezza, di primitivismo naif, di limpidezza, di allegria senza motivo, di amore, di semplicità, di baci della buona notte, basta lasciarsi andare, basta dimenticare per un momento di essere grandi. O forse essere grandi non è riconoscere che dentro di noi esiste un fanciullino che dobbiamo coccolare ed amare?